Se guardiamo l’economia mondiale scopriamo che il denaro è in crisi. Invece le Banche del tempo creano un capitale di saperi, cultura, rapporti tra persone. Valori che non si svalutano, disponibili per tutti gratuitamente DI PAOLA SIMONETTI
Traballa, tracolla, si svaluta, vola via. Dando un occhio alle Borse e alle economie mondiali sembra proprio che il valore del denaro sia in crisi. Non basta più per “acquistare” benessere, né per costruire fiducia sociale, tanto meno sembra più utile a misurare la reale ricchezza esistenziale delle persone. Lo sgretolarsi dei meccanismi economici tradizionali sembra aver generato ripercussioni sociali contrastanti: se da un lato ha depauperato servizi, coesione civile e fiducia istituzionale, dall’altro ha in qualche modo rilanciato la necessità di iniziative collaterali di prossimità in grado di ripristinare tutto quello che si è andato perdendo.
Le Banche del tempo, aggregazioni virtuose di cittadini per i quali il valore delle ore è più prezioso dei soldi, oggi sembrano rappresentare un’opportunità in tal senso. Nate in Italia negli anni novanta come esperienza pionieristica, oggi, non senza difficoltà di sopravvivenza, sono vive e operative, piene di energia per trasformarsi in presìdi di prossimità a chi ha piccoli e grandi necessità del quotidiano. Il loro funzionamento, semplice ma geniale, si basa sulla disponibilità di chi vi si iscrive a donare il proprio tempo in cambio di altro tempo, per servizi, lezioni, insegnamenti, commissioni, trasferimento di saperi e abilità.
Ad oggi sono quattrocento in tutta Italia e sono ormai migliaia i “correntisti” che scambiano ogni giorno tempo al posto del denaro. Il fenomeno, in lenta ma costante crescita, in alcune zone più energica rispetto ad altre, secondo l’Associazione nazionale Banche del tempo è l’espressione collettiva di un fenomeno ormai divenuto quasi indispensabile, come racconta il volume di recente pubblicazione, Banca del Tempo. L’esperienza e il valore sociale di una grande rete di relazioni e saperi tra i cittadini (Altraeconomia Edizioni). Il testo spiega il valore dello scambio − anche non diretto − tra una festa di compleanno e una lezione di russo, tra l’installazione di un programma sul pc e un’ora di compagnia per un anziano o di baby-sitting per genitori indaffarati con il lavoro.